Intervista a Diana Popova

Intervista a Diana Popova, ginnasta bulgara ed ex olimpionica Diana, hai iniziato la ginnastica ritmica in tenera età e hai partecipato a due Olimpiadi (1992 e 1996). Puoi raccontarci della tua routine di preparazione e degli elementi chiave che hanno contribuito al tuo successo? Ho cominciato a cinque anni. La ginnastica ritmica in Bulgaria era popolare come il calcio in Italia, quasi uno sport nazionale. La selezione era rigida: su 600 bambine ne scelsero 30, e io ero tra loro. Nonostante vari momenti difficili, ho sempre avuto la determinazione di dimostrare il contrario di chi mi diceva di smettere. La preparazione era estenuante, arrivavo a fare 12 ore di allenamento al giorno, ma è stata proprio quella disciplina a permettermi di partecipare alle Olimpiadi e ottenere risultati importanti. Partecipare alle Olimpiadi è un sogno per molti atleti. Come è stato per te rappresentare la Bulgaria su un palco così prestigioso? Partecipare alle Olimpiadi è davvero un sogno che si è realizzato per me due volte. A Barcellona, a soli 15 anni, ero la ginnasta più giovane. È stata un'esperienza incredibile, anche se a quell'età non avevo ancora realizzato completamente l'importanza dell'evento. Avere lavorato duramente, fino a fare 150 esecuzioni di quattro attrezzi in un giorno, mi ha permesso di rappresentare al meglio il mio Paese. Sei stata allenata da Neshka Robeva e Krasimira Filipova, entrambe figure di spicco nella ginnastica. In che modo i loro stili di allenamento hanno influenzato il tuo training e le tue performance? Krasimira Filipova era la mia insegnante personale, mentre Neshka Robeva controllava tutte le ginnaste della Nazionale Bulgara. La loro influenza è stata fondamentale: Filipova mi seguiva da vicino, mentre Robeva dava una visione d'insieme e garantiva che tutte fossimo allineate agli standard della Nazionale. Hai vinto numerose medaglie ai Campionati Mondiali ed Europei. Quale di questi successi consideri più significativo e perché? Tutte le medaglie sono importanti per me perché sono state ottenute con tanta fatica e sudore. Non c'è una più significativa dell'altra. Guardando indietro, che consiglio daresti alle giovani ginnaste che aspirano a competere a livello olimpico? Lavorare tanto e avere molta pazienza. È fondamentale ascoltare e rispettare gli insegnanti e avere fiducia in chi ti allena. Secondo te, come è evoluta la ginnastica ritmica dai tuoi tempi competitivi e quali cambiamenti ritieni siano i più rilevanti? La ginnastica ritmica era più vicina alla danza classica. Ora è un complesso di difficoltà corporee e lavoro con gli attrezzi, quasi come il circo. Si è persa un po' la coreografia e molti esercizi si somigliano. Spero che il nuovo codice dia più spazio alla creatività coreografica. Come allenatrice oggi, quali sono le competenze e le qualità più importanti che cerchi di instillare nelle tue ginnaste? Cerco di insegnare il rispetto, la tenacia e la disciplina. Hai vissuto in Italia per diversi anni e ti sei anche sposata con un italiano. Come ha influenzato la tua vita e la tua carriera vivere in Italia? Vivere in Italia mi ha influenzato al punto che mi sento più italiana che bulgara. Nella carriera, porto con me l'insegnamento delle tecniche bulgare, ma mentalmente mi avvicino di più alle ginnaste italiane, essendo più dolce. Bilanciare una carriera impegnativa nello sport con la vita familiare può essere una sfida. Come gestisci questo equilibrio? È molto difficile. Ho rifiutato molte offerte di lavoro, anche con le Nazionali, per poter bilanciare meglio la mia carriera con la famiglia. Questa settimana concludi il tuo tour in Campania, presso la Polisportiva Bellona, prima di rientrare a Sofia. Quali sono gli obiettivi principali quando alleni ginnaste italiane? Indipendentemente dalla nazionalità, cerco di ottimizzare le ore in palestra lavorando su tutto: corpo, attrezzi, espressività corporea e interpretazione. Hai avuto l'opportunità di visitare luoghi della ...




